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Oumuamua, il misterioso oggetto spaziale avvistato per la prima volta nell’ottobre dello scorso anno e inizialmente definito un esoasteroide, poiché proveniente da un altro sistema stellare, è stato infine catalogato come cometa. Autori della scoperta, un team di scienziati guidati da Marco Micheli del Centro Neo Esa di Frascati che si sono serviti di diverse osservazioni, ottenute da centri a terra e dal veterano Hubble
Trascrizione audio
Vaga nello spazio destando l’attenzione degli esperti che si sono interrogati per mesi sulla sua reale natura. Oumuamua, il misterioso oggetto spaziale avvistato per la prima volta nell’ottobre dello scorso anno e inizialmente definito un esoasteroide, poiché proveniente da un altro sistema stellare, è stato infine catalogato come cometa. Autori della scoperta, un team di scienziati guidati da Marco Micheli del Centro Neo - Esa di Frascati che si sono serviti di diverse osservazioni, ottenute da centri a terra e dal veterano Hubble. Analizzando la traiettoria del visitatore interstellare, gli scienziati hanno dimostrato che l’aumento di velocità di Oumuamua era coerente con il comportamento di una cometa. L’oggetto è dotato di un’accelerazione che lo spinge lontano dal Sole: tale forza non è di tipo gravitazionale come quella rilevata negli asteroidi – ma proviene dall’oggetto stesso ed è determinata dall’emissione dei gas. Il suo moto quindi, sarebbe affine a quello delle comete che vengono spinte dallo stesso gas che viene rilasciato dalla loro superficie. Il team di ricercatori ha concluso che il degassamento di Oumuamua potrebbe aver prodotto solo una piccola quantità di polveri e gas –abbastanza per fornirgli una minima accelerazione- ma non così forte da essere rilevata, almeno all’inizio. Ora, Oumuamua si sta allontanando sempre più dal Sole e sta facendo rotta verso la periferia del Sistema Solare. In soli 4 anni oltrepasserà l’orbita di Nettuno, per poi fare ritorno nello spazio interstellare. Oumuamua è il primo oggetto interstellare mai osservato nel nostro sistema e la sua complessa natura ne rende difficile l’analisi. Tuttavia gli scienziati ritengono che altri sistemi stellari possano espellere oggetti simili alle comete che vagano alla deriva nello spazio. Non ci resta che aspettare altre indagini condotte con strumenti da terra e dallo spazio per scoprire di più su questi affascinanti vagabondi interstellari.