Trascrizione audio
Sta per iniziare il suo viaggio con destinazione finale Marte, la coppia di esploratori planetari messa a punto per la prima fase della missione Exomars, concepita dall’ESA e dalla russa Roscosmos per conquistare il pianeta rosso e svelare i segreti della sua atmosfera. Il Trace gas Orbiter ed il lander Schiaparelli, un modulo orbitale il primo incaricato di studiare che aria tira su Marte e un dimostratore, il secondo che testerà le modalità di sbarco per futuri approdi, partiranno a metà del prossimo mese dagli stabilimenti francesi della Thales Alenia Space per la prima tappa del tour, il cosmodromo di Baikonur, in Kazakhistan che raggiungeranno separatamente il 21 ed il 23 dicembre. Di qui TGO e Schiaparelli verranno imbarcati sul razzo Proton-M che partirà secondo i piani tra il 14 e il 25 marzo 2016 per una crociera spaziale di circa 7 mesi. A conclusione del viaggio in compagnia, il dimostratore si separerà dal collega il 16 ottobre per sbarcare nella regione Meridani Planum tre giorni dopo effettuando un check sulle modalità di discesa, al fine di collaudare un range di tecnologie ottimali per l’atterraggio comandato in missioni future oltre ad analizzare l’ambiente circostante. Il TGO invece cavalcherà l’orbita di Marte inventariando i gas in atmosfera, con particolare attenzione al metano per definire se l’origine sia geologica o biologica. La missione 2016 rappresenta il primo step di conquista euro asiatica di Marte il cui sequel andrà in scena nel 2018 con l’atterraggio nei pressi della regione di Oxia Planum con un rover Exomars dotato di trapano italiano che cercherà tracce di vita passata o presente sotto la superficie del pianeta rosso Due cubi da 20 centimetri di lato in orbita attorno al punto lagrangiano L1, a un milione e mezzo di km da noi, in direzione del sole. La nuova animazione realizzata dall’Agenzia Spaziale Europea ci porta nel cuore di LISA Pathfinder, missione che dal 2 dicembre prossimo avrà il compito di dimostrare se è possibile rilevare l’impercettibile passaggio di un’onda gravitazionale nello spazio. E lo farà monitorando le oscillazioni di due masse di prova identiche mantenute in una condizione di caduta libera, a una distanza di 38 cm l’una dall’altra. Tra di loro un interferometro laser dotato di 22 specchi misurerà con un’accuratezza senza precedenti le distanza relativa tra i due corpi, alloggiati in una condizione di vuoto in due box incaricati di proteggere i cubi in lega d’oro e platino dall’influenza di forze esterne. Un pannello solare alimenterà la strumentazione, funzionando anche da scudo termico, mentre il sistema propulsivo avrà il compito di controllare il veicolo spaziale, mantenendo l’assetto di LISA centrato su una delle due masse di prova. Ciò che si intende dimostrare è che è possibile porre due corpi in caduta libera riducendo i disturbi esterni ed interni non gravitazionali al punto di riuscire a misurare l’impercettibile variazione di movimento in un corpo attesa dal passaggio di un’onda gravitazionale. Se LISA Pathfinder riuscirà nel suo intento, aprirà la strada a una nuova era dell’osservazione dell’universo basata sulle onde gravitazionali e con future missioni come eLISA potremo condurre lo sguardo in zone molto dense dell’universo come i buchi neri da cui la luce non riesce ad uscire E’ stata posta la prima pietra sulla strada verso la messa a punto del successore di Hubble per lo studio del nostro e di altri sistemi planetari. Al Goddard Space Center, in Maryland, gli ingegneri NASA hanno posizionato, attraverso un braccio robotico, il primo di una batteria di 18 specchi spaziali che completeranno l’assetto del telescopio James Webb, l’osservatorio spaziale ad infrarossi realizzato dall’Agenzia americana con la collaborazione di ESA e dei canadesi che partirà alla volta del secondo punto di Lagrange nel 2018. Lo specchio numero uno ha forma esagonale, pesa 40 chilogrammi e misura 1 metro e 30 centimetri di lunghezza realizzato in berillio ultraleggero, un materiale scelto per le sue performance eccellenti a temperature criogeniche. Ogni membro della consorteria di James Webb sarà inoltre ricoperto da un rivestimento in oro, metallo in grado di riflettere la luce infrarossa. Quando la composizione sarà ultimata, presumibilmente entro il prossimo anno, formerà con i 17 pezzi mancanti una struttura grande 6 metri e mezzo, che permetterà di osservare astri e galassie, sistemi di formazione planetaria e stellare e fornire risposte sull’evoluzione del nostro sistema solare, buttando un occhio verso mondi lontani simili al nostro