Idrogel contro le radiazioni cosmiche
Nello spazio, fuori dal campo magnetico terrestre e dall’atmosfera terrestre, non ci sono scudi naturali a protezione dai raggi cosmici. In un solo giorno, un astronauta in viaggio può ricevere la stessa dose di radiazioni di un intero anno sulla Terra, con seri rischi per il cervello, il cuore e il sistema nervoso.
Per questo motivo, c'è una continua ricerca di materiali leggeri per schermare le navicelle dalle radiazioni. L'acqua è fra i più efficaci: è densa e ricca di atomi di idrogeno, che interagiscono con le particelle nocive rallentandole. Ma usarla nello spazio presenta delle sfide: contenitori voluminosi limiterebbero i movimenti degli astronauti, una distribuzione irregolare ridurrebbe la protezione e il rischio di fuoriuscite sarebbe disastroso per i componenti elettronici.
Una soluzione promettente potrebbe arrivare però dagli idrogel realizzati da polimeri superassorbenti. Si tratta di un materiale in grado di assorbire enormi quantità di acqua, trasformandola in una massa gelatinosa stabile.
Già utilizzati in lenti a contatto, pannolini e materiali per l’igiene, gli idrogel trattengono l’acqua evitando perdite anche in caso di perforazioni e assicurando una distribuzione omogenea, quindi una protezione uniforme.
Ora, un gruppo di ricercatori dell'Università di Ghent, in Belgio, sta testando queste potenzialità degli idrogel in 3D come materiale alternativo per gli scudi antiradiazioni, più sicuro ed efficace della sola acqua. Il team è riuscito a dimostrare con successo che gli idrogel sono sicuri da usare in condizioni spaziali ed è ora impegnato a sperimentare diverse tecniche per la modellazione del materiale in 3D.
L’obiettivo è quello di ottenere scudi antiradiazioni altamente efficaci, per realizzare in futuro protezioni uniformi su misura e personalizzate sia per gli habitat spaziali che per le tute durante le attività extraveicolari.