Trascrizione audio
Giallo a 1.500 anni luce di distanza. Una strana luminosità che proviene da una stella giungendo fino a noi a bagliori intermittenti, e una civiltà aliena responsabile di questo insolito fenomeno. È lo scenario al limite della fantascienza costruito attorno all’enigmatica stella di Tabby, chiamata così dal nome dell’astronoma di Yale che circa due anni fa l’ha osservata utilizzando i dati di Kepler. Da allora la scoperta ha scatenato un’intensa battaglia scientifica per spiegare la luminosità impossibile di Tabby: un’esplosione stellare nelle vicinanze? Un pianeta nascosto o qualche ammasso di asteroidi? O ancora, un esercito di comete attorno alla stella? Nessuna di queste teorie trovava dimostrazioni, ed ecco che intanto prendeva piede l’ipotesi E.T., con “strutture aliene” in orbita attorno alla stella. Fino a oggi. Un nuovo studio realizzato con i dati dei telescopi Spitzer e Swift della Nasa e dell’osservatorio belga AstroLAB IRIS, smentisce una volta per tutte l’idea extraterrestre. Misurando le emissioni di Tabby, gli scienziati si sono infatti accorti di un minor oscuramento nella luce infrarossa rispetto a quella ultravioletta. Un dato in netto contrasto con la presenza di una fantomatica megastruttura aliena, che avrebbe dovuto bloccare allo stesso modo le lunghezze d’onda. Tale variazione sarebbe invece possibile ipotizzando frammenti microscopici attorno alla stella: ecco dunque la nuova ipotesi, secondo cui i cambi di luminosità sarebbero prodotti da una massa di polvere compatta. Si tratta della prima teoria in accordo coi dati osservativi, ma avrà comunque bisogno di nuove conferme: con ogni probabilità, il giallo di Tabby non può ancora dirsi archiviato.