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Lampi potentissimi nel cielo a raggi gamma. Li ha visti lo strumento LAT a bordo del telescopio Fermi e i risultati della ricerca cui hanno preso parte alcuni ricercatori dell’ASI Science Data Center sono stati resi noti al meeting dell’ American Physical Society a Washington. Il telescopio della NASA ha osservato i più lontani blazar mai individuati, sorgenti altamente energetiche variabili e molto compatte associate alla presenza di buchi neri supermassicci. La luce proveniente dall’oggetto più distante ha iniziato il suo viaggio verso di noi agli albori dell’Universo circa 1,4 miliardi di anni fa, il 10 per cento della sua età attuale. Nonostante la loro giovane età questi remoti blazar ospitano alcuni tra i più imponenti buchi neri che si sono sviluppati molto prima di quanto ci si aspettasse. Questo rappresenta una sfida per le teorie di formazione sui buchi neri attualmente conosciute e la scoperta di nuovi blazar potrebbe aiutare gli scienziati a migliorare le conoscenze su come i buchi neri nascono ed evolvono. I blazar costituiscono circa la metà delle sorgenti di raggi gamma catturate da Fermi. Le loro emissioni di alta energia sono alimentaste da materia riscaldata e disgregata che cade sul disco di accrescimento verso un buco nero massiccio con massa una massa un milione di volte superiore a quella del Sole. Una piccola percentuale della materia in caduta, viene convogliata in getti di particelle che scoppiano verso l’esterno in direzioni opposte quasi alla velocità della luce, i blazar, appunto. Una volta formati essi appaiono come gli oggetti più luminosi del cosmo che rivelano tutta la loro brillantezza proprio nello spettro dei raggi gamma.