Trascrizione audio
“Solo due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, riguardo l'universo ho ancora dei dubbi”. Ciò invece su cui nessuno ha dubbi è la genialità, irriverente, provocatoria, immaginifica, del personaggio a cui si attribuisce questa citazione, che 100 anni or sono mise a punto l'equazione più celebre della storia: E=Mc2, formula in grado di riscrivere la storia ed il destino dell'Universo. Era il 25 novembre del 1915 quando il trentaseienne Albert Einstein, già distintosi precocemente per la sua vivida intelligenza e per la sua lettura del mondo fisico fuori dal comune, nel corso di una seduta dell'Accademia di Scienze di Berlino, enunciava la sua teoria dell'equazione di campo legata a quella della relatività generale, per cui la forza di gravità non è altro che la curvatura dello spazio tempo e da cui deriva che la massa può essere trasformata in energia. Un concetto talmente astratto ed innovativo per gli scienziati del suo tempo, ma così attuale ancora oggi da essere testato nei suoi corollari da la prossima missione europea per lo studio delle onde gravitazionali Lisa Pathfinder, che lo stesso Einstein semplificava dicendo “Quando un uomo siede due ore in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà che siano passate due ore. Questa è la relatività”. Una rivoluzione di pensiero che ha a mala pena 100 anni ma che ha già riscritto ogni pagina della fisica dell'Universo, spiegando le dinamiche di molti oggetti celesti, che grazie al contributo del premio Nobel Einstein, quel buffo viso che nei poster vintage ci rivolge una linguaccia, ci appaiono già meno oscuri.