Trascrizione audio
Giganti gassosi: questa espressione inizialmente non apparteneva alla scienza, ma è stata coniata nel 1952 dallo scrittore di fantascienza James Blish. La trovata è piaciuta agli astronomi, che hanno iniziato a definire così i pianeti di grande dimensioni composti per la maggior parte di gas. Nel nostro sistema planetario i giganti gassosi sono Giove, Saturno, Urano e Nettuno. I primi due, più vicini a noi, sono stati attentamente studiati da due missioni d’eccezione: Juno, in orbita attorno a Giove da due anni e mezzo, e Cassini, che ha orbitato attorno a Saturno per 13 anni prima del suo drammatico tuffo tra gli anelli nel settembre 2017. Adesso un team di ricerca del Caltech statunitense ha combinato gli ultimi dati raccolti dalle due sonde, da cui emerge un ritratto inedito dei nostri vicini giganti. I risultati, presentati a Boston durante un incontro dell’American Physical Society, gettano una nuova luce sui processi che portano alla formazione dei mondi gassosi e dei loro campi magnetici. La scoperta forse più sorprendente accomuna Giove e Saturno: sia Juno che Cassini hanno rilevato un’insolita abbondanza di elementi pesanti in specifiche regioni negli strati più esterni dei pianeti. Queste regioni, affermano gli scienziati, giocherebbero un ruolo più importante del previsto nella generazione del campo magnetico dei giganti gassosi, un ingrediente fondamentale per determinare appunto la nascita e l’evoluzione di questi pianeti. Altri dati raccolti da Juno suggeriscono ad esempio che nel passato di Giove potrebbe esserci un’inaspettata catena di eventi atmosferici che avrebbero fatto entrare il pianeta bruscamente in contatto con ghiaccio, elementi liquidi e gassosi. La storia di questi due giganti, così come gli altri mondi simili del nostro e di altri sistemi planetari, potrebbe essere dunque più intricata del previsto.