Trascrizione audio
Si può ben dire che ne sia valsa la pena. Nove anni di viaggio e cinque miliardi di chilometri percorsi, ma alla fine la sonda New Horizons della NASA, che da nove mesi raccoglie dati e immagini di Plutone, invia a Terra informazioni di fondamentale importanza per tratteggiare il ritratto del pianeta nano sotto diversi punti di vista come ad esempio le dinamiche geologiche, la composizione e l’atmosfera. Ed ora è proprio quest’ultima ad essere stata oggetto dell’attenzione del team scientifico della missione, grazie allo sguardo elettronico dello strumento LORRI (LOng Range Reconnaissance Imager), che ha svelato un quadro più dettagliato della complessa atmosfera di Plutone, scoprendo nuovi particolari sugli strati di foschia che la caratterizzano e che furono individuati quando New Horizons giunse a destinazione. Questi strati, nell’atmosfera azotata del pianeta nano, presentano delle variazioni di lucentezza a seconda delle condizioni di illuminazione e della visuale. Tali differenze, che non coinvolgono però la struttura verticale della foschia, possono essere dovute ad una tipologia di onde definita dagli studiosi ‘onde di gravità atmosferica’. Presenti sulla Terra, esse sono generalmente collegate ai flussi d’aria che passano oltre le catene montuose. Questo fenomeno è stato riscontrato anche su Marte e ora, verosimilmente, potrebbe verificarsi anche su Plutone.