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I giganteschi criovulcani presenti su Plutone sono stati attivi fino a poche centinaia di milioni di anni fa e forse potrebbero esserlo ancora oggi. Lo afferma uno studio realizzato grazie ai dati della sonda Nasa New Horizons, che ha osservato il pianeta nano nel 2015. I ricercatori hanno analizzato le immagini della regione dominata da due criovulcani, il Wright Mons e il Piccard. Entrambi sono caratterizzati da depressioni profonde in prossimità delle loro vette e alcune aree sono caratterizzate da un terreno ondulato, segno dell’attività vulcanica. Gli scienziati non hanno compreso del tutto i meccanismi che regolano l'attività criovulcanica su Plutone, ma sanno che è probabilmente alimentata dal calore radiogeno creato dal decadimento degli elementi radioattivi all'interno del pianeta nano. Secondo i risultati della ricerca, un piccolo corpo come Plutone avrebbe dovuto perdere gran parte del suo calore interno molto tempo fa, ma è stato in grado di trattenere abbastanza energia per facilitare un'attività geologica diffusa in epoche recenti. Altri studi condotti in precedenza affermano che Plutone ha immagazzinato abbastanza calore nel periodo della sua formazione e potrebbe ancora avere un oceano liquido sotto la sua superficie ghiacciata. C'è ancora molto da scoprire sui fenomeni che si verificano nel cuore del pianeta nano. Se è presente acqua liquida sotto la sua superficie, allora aumentano le possibilità di individuare potenziali forme di vita.