Tempesta geomagnetica in arrivo
Una serie di brillamenti solari di medio-grande intensità, osservati nel fine settimana appena trascorso, fanno scattare l’allerta per l’imminente arrivo di una tempesta geomagnetica.
Sono state registrate infatti anche alcune espulsioni di massa coronale proprio in direzione del nostro pianeta, il cui arrivo è previsto nelle prossime ore.
L’intensità è tale che si prevedono vari problemi tecnici e aurore boreali inusuali, visibili anche a latitudini di 50 gradi.
Le tempeste geomagnetiche sono il risultato dell’impatto di questa massa coronale espulsa con la magnetosfera terrestre, che fa da scudo di protezione del nostro pianeta deviandone la quasi totalità nello Spazio circostante.
Durante questo scontro, una quantità di particelle cariche provenienti dal Sole riesce comunque a interagire con i gas atmosferici, rilasciando energia in forma di luce e dando così vita a quelle che chiamiamo comunemente ‘aurore polari’, boreale nell’emisfero nord e australe in quello sud.
La potenza di queste tempeste geomagnetiche viene misurata con una scala da 1 a 5, con intensità sempre crescente. Quella in arrivo è stata classificata di valore 3, altrimenti detto ‘forte’, i cui effetti tipici sono falsi allarmi nelle reti elettriche, causati da sbalzi del voltaggio; problemi alle trasmissioni radio in bassa frequenza, usate per la navigazione terrestre; errori e intermittenza dei segnali nei sistemi di navigazione satellitare.
Inoltre, le tempeste provocano un’espansione delle dimensioni dell’atmosfera, il cui attrito può raggiungere e disturbare le orbite dei satelliti artificiali, costringendo i controlli terrestri a fargli compiere una o più correzioni di rotta per rientrare nelle traiettorie prestabilite.
La tempesta geomagnetica in arrivo è uno dei risultati dell'intensa attività solare di questi mesi e, sebbene di corposa intensità, non dovrebbe essere in grado di creare alle tecnologie in uso problemi più seri o gravi di quelli previsti.
I suoi effetti non dovrebbero protrarsi oltre il primo agosto.
Crediti: Nasa, Esa, Sdo, J.Jinton, Bbc, Pbs/Nov