Solar Orbiter controvento solare durante il flyby di Venere
Un’espulsione di massa coronale (Cme) ha raggiunto domenica 4 settembre il Solar Orbiter, la sonda dell’Agenzia Spaziale Europea che studia l’origine e gli effetti dell’attività solare. Il plasma espulso in direzione di Venere ha colpito la sonda durante il flyby del pianeta senza tuttavia recare danni; la navicella è infatti studiata per resistere e misurare le violente esplosioni che si verificano sulla nostra stella. L’atmosfera di Venere, invece, viene lentamente erosa da questi fenomeni.
L’orbita della sonda, lanciata nel 2020, è stata studiata per utilizzare, in particolare, l’energia gravitazionale di Venere e ricevere così la spinta verso il Sole consentendo un enorme risparmio di carburante. Domenica si trovava al terzo flyby del pianeta, a circa 6mila chilometri dalla superficie, e durante il sorvolo alcuni strumenti hanno registrato un forte aumento delle particelle energetiche solari.
Il Solar Orbiter analizzerà la nostra stella proprio durante gli undici anni del suo 25esimo ciclo, il cui calcolo inizia a partire 1775 col primo rilevamento di macchie solari, che raggiungerà il suo picco a luglio 2025.
Queste analisi offrono un'eccellente opportunità per comprendere il meteo spaziale, confrontando i modelli con le osservazioni reali. Inoltre, mentre ci prepariamo a tornare sulla Luna, è fondamentale capire come le radiazioni possano influenzare il corpo umano, i robot e i sistemi di comunicazione.
Tra i dieci strumenti a bordo, il coronografo Metis è realizzato dall’Inaf con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana.