Trascrizione audio
Sfreccia sopra alle nostre teste a una velocità di circa 28mila chilometri all’ora e da quasi vent’anni funge da base fissa per gli astronauti in orbita bassa. La stazione spaziale internazionale è una tra le più complesse opere ingegneristiche mai realizzate dall’uomo, ma come la maggior parte dei progetti scientifici ha un inizio e una fine. Fine che al momento è prevista per il 2024: ma il termine delle missioni congiunte sulla Iss non segnerà necessariamente anche il suo totale pensionamento. Da anni si parla infatti di un futuro riutilizzo commerciale della stazione o di alcuni suoi moduli, che potrebbe aiutare la Nasa e le altre agenzie a concentrarsi sui nuovi obiettivi strategici come l’orbita cislunare e Marte, conservando l’eredità scientifica della stazione ma risparmiando sui costi. Mascetti: “La Nasa non vuole spegnerla come ha fatto con il programma Shuttle, perché il bagaglio di conoscenze acquisito con la stazione è importantissimo. Non possiamo permetterci a livello globale di perdere questa fluidità di conoscenze che abbiamo sull’orbita bassa. Ma non possiamo neanche permetterci di continuare a spendere tutto quello che stiamo spendendo per tenerla in vita, e quindi la soluzione è cercare di sviluppare un mercato commerciale che possa sostenerla”. Un obiettivo che però potrebbe non essere raggiungibile entro i prossimi cinque anni, come ammette la stessa Nasa. In un report pubblicato a fine luglio l’agenzia statunitense afferma infatti che gli esperimenti previsti sulla stazione potrebbero non essere completati entro il 2024 – soprattutto quelli destinati a testare gli effetti delle radiazioni sul corpo umano nelle missioni di lunga durata, essenziali per i futuri viaggi verso lo spazio profondo. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di estendere la durata delle missioni scientifiche sulla Iss di altri 4 anni, quindi fino al 2028: un’operazione che però costerebbe alla Nasa tra i 3 e i 4 miliardi di dollari all’anno, che l’agenzia sperava di poter indirizzare verso i programmi di esplorazione di Luna e Marte. n compromesso sarebbe una gestione ibrida pubblico-privata a partire dal 2025 – opzione però ancora tutta da valutare, anche in base all'accumulo dei ritardi dei voli commerciali statunitensi. Il futuro privato della Iss potrebbe dunque farsi attendere un po’ più del previsto.