Trascrizione audio
Piccoli buchi neri al centro di radio galassie remote si comportano in modo singolare. Lo ha scoperto un team di ricercatori australiani che ha esaminato 21mila galassie, identificandone 554 di tipo radio grazie alla survey Gleam. Queste ultime ospitano al loro interno baby buchi neri e la luce emessa da esse cambia molto rapidamente nel giro di pochi anni. Gleam ha permesso di esaminare il cielo con 20 diverse radiofrequenze: dai dati, le galassie giovani appaiono in blu poiché sono più luminose nelle frequenze radio, mentre quelle più anziane sono rosse, più brillanti nelle frequenze più basse. Delle 554 analizzate ben 123 baby galassie appaiono tremolanti con variazioni notevoli della luminosità. Secondo gli scienziati, questo tremolio potrebbe significare che le galassie non sono poi così giovani ma sarebbero in realtà già adolescenti, con un tasso di crescita elevato. Ma ci sono altre scoperte che hanno incuriosito i ricercatori. Mentre la maggior parte delle galassie osservate è aumentata o diminuita di luminosità all'incirca della stessa quantità in tutti i colori radio, una piccola parte non lo ha fatto. L’ultima singolarità riguarda la variazione di entrambi i parametri - colore e luminosità - che ha coinvolto ben 51 galassie. Secondo gli astronomi, la variazione di luminosità potrebbe essere dovuta alla distorsione della luce che è passata attraverso la Via Lattea prima di arrivare ai telescopi a terra. In alternativa, i responsabili della variabilità potrebbero essere i blazar, che possono mostrare un estremo mutamento nella brillantezza in tempi brevi. L’ultima teoria ipotizza che le particelle emesse dai buchi neri al centro delle galassie possano essere rilevate prima nel blu poi nel rosso, a seconda della loro velocità. Ora non resta che continuare le osservazioni con i nuovi telescopi, come quelli dell’osservatorio Ska appena entrato in funzione, per scoprire di più su questi insoliti oggetti cosmici.