La Cina riporta sulla Terra un po’ di Luna nascosta
Per i cinesi, Chang'e 6 non è solo il nome della dea della Luna, ma anche di un successo che scrive la storia dell’esplorazione spaziale mondiale.
Atterrata poche ore fa nella regione rurale del Siziwang, in Mongolia, la missione Chang'e 6 ha portato per la prima volta sulla Terra due chili di rocce e suolo, raccolti dal versante nascosto della Luna.
La missione è stata molto articolata. La sonda cinese ha lasciato il nostro pianeta il 3 maggio scorso, spinta dal potente lanciatore 'Lunga Marcia 5'. In seguito, il Modulo Orbitante ha raggiunto il polo sud lunare, dove ha sganciato il lander, che includeva anche il modulo di risalita e quello in cui conservare i campioni raccolti.
Diversamente dalle sonde robotiche sovietiche degli anni Sessanta e Settanta, che tornavano direttamente sulla Terra dopo aver raccolto campioni, Chang'e 6 è ripartita dal nostro satellite per riunirsi con l’orbiter, al quale ha consegnato la capsula con il materiale lunare, che poi è arrivato sulla Terra con un apposito modulo di ritorno.
Era dal 1976, con la sonda Luna 24, che non si effettuava una raccolta di campioni lunari.
Chang'e 6 ha prelevato materiale dal cratere Apollo, posto a sua volta nel Bacino polo sud Aitken, uno dei crateri più antichi del Sistema Solare. Il meteorite che lo ha formato deve aver colpito la Luna con una potenza tale da riuscire spaccare la crosta fino a raggiungere il Mantello superiore e far emergere i materiali di cui è composto.
Chang'e 6 fa parte di un programma spaziale più vasto, che prevede nuove missioni verso il nostro satellite con sonde robotiche e infine l’atterraggio del primo taikonauta sulla Luna.
Crediti video: Cnsa. CCTV, Nasa, Associated Press